Difficile accettare il fatto che tutto finisce
Sì, lo so, sembra proprio una frase macabra. Una di quelle che, se la senti sul treno mentre vai al lavoro, ti fa venire voglia di toccarti sotto la cintura, per scaramanzia.
Del resto il pensiero della morte, o in generale della fine di qualcosa, ci tocca in profondità, dandoci un immediato senso di ribellione. Noi, consciamente o meno, rifiutiamo il concetto di “termine”, in particolare se applicato alla nostra esistenza.
Un discorso memorabile
Ed è forse anche per questo che risulta memorabile il discorso che il professor John Keating, magistralmente impersonato da Robin Williams, tiene ai ragazzi della scuola in cui insegna, nel film “L’attimo fuggente”, capolavoro di Peter Weir del 1989. E’ memorabile perchè non fa giri di parole, perchè non danza inutilmente intorno al concetto.
Dobbiamo andarcene da questa esperienza, e la nostra partenza, tra l’altro, può avvenire in qualunque momento, al di là dei nostri progetti, delle nostre programmazioni; e non cambia le cose il fatto che ciò ci disturbi: la natura fa il suo corso, anche se per dimenticarcelo ci rifugiamo nella carriera, negli hobby, in qualunque cosa faccia passare in secondo piano lo spiacevole pensiero.
https://pixabay.com/it/users/jplenio-7645255/
Se questo atteggiamento è in gran parte corretto, e ci aiuta a vivere meglio, la conseguenza del vivere alla giornata può essere molto seria: si prende la propria quotidianità e la si rende la propria divinità, convertendo la propria esistenza in una serie lunghissima di giornate tutte uguali, fatte di doveri (per la maggior parte di essa), e se va bene, di qualche piccolo piacere.
Una “piccola” dimenticanza
Per carità , nulla di strano, miliardi di esseri umani vivono così. Ma il problema è che l’esistenza passa, non sai quanto dura, e non esiste la funzione “rewind”…lo dico perchè me ne sto accorgendo pesantemente io, arrivato ormai ai 50 anni, io che di quel “vivere alla giornata” ero alfiere per buona parte inconsapevole; già, perchè il problema è che quando quel modo di vivere il quotidiano è così comodo e senza scossoni particolari, ti lasci cullare e ti lasci vivere, per poi accorgerti che una bella fetta della tua vita ormai se ne è andata via così, senza avvisarti o fare rumore, semplicemente è trascorsa, e ti sei dimenticato di inserire nel tuo viaggio un elemento che ora appare in tutta la sua importanza: la passione, ciò che ti piace e per cui ti senti predisposto. In una sola espressione: te stesso.
https://pixabay.com/it/users/geralt-9301/
E quel monito contenuto nel film, “fate della vostra vita un capolavoro”, appare tanto più vero quanto la tua routine tanto amata ora può apparirti monotona, e tanto più scomodo quanto capisci che non puoi più ignorarlo, che il suo sussurro sta, piano piano, divenendo un grido. E se per caso non riesci a soffocare quel grido, ti si para davanti l’unica alternativa vera, l’unica possibile: la prospettiva di un cambiamento.
Foto iniziale https://pixabay.com/it/users/nile-598962/