La fuga dal contesto in cui viviamo richiede energia e convinzione
Sognare non costa nulla. Del resto non sempre ce lo consentiamo, ma è assolutamente chiaro che tutti ne siamo capaci. Può capitare di sentire qualcuno raccontare un’esperienza, un viaggio, che sia in TV oppure sul sedile accanto al nostro di un treno su cui viaggiamo. Più spesso, capita davanti ad un’immagine.
Le immagini arrivano veloci alla nostra mente, ed il loro impatto è immediato. Mi torna alla mente la canzone “Poster” di Claudio Baglioni. E’ una canzone sicuramente datata (risale alla metà degli anni 70 del secolo scorso), ma mantiene sempre una grande attualità. E’ molto bella e struggente, ed il suo testo rende molto bene l’idea di quanto possano essere lontani desideri e realtà. Infatti non si può dire che sia una canzone molto allegra 🙂 …
I nostri parametri interiori
Del resto ci troviamo molto spesso ad avere a che fare con i nostri sogni, che sono un traino potente per il cambiamento, ma anche in qualche modo dei parametri impietosi, che ci fanno rendere conto che spesso il nostro quotidiano non è all’altezza delle nostre vere esigenze, e non solo economiche. E così, sono proprio i sogni che pongono il problema all’attenzione della nostra coscienza.
Ed una volta che la questione si apre, la sensazione di distanza può agganciare dentro di noi un sentimento come la frustrazione, che rischia di trasformarsi in una costante della nostra vita che finisce per minarne la serenità. La tentazione immediata è quella di tentare una fuga, che ci tolga al più presto da quella sensazione che “scava dentro di noi”.
Ma ovviamente non è tutto così semplice. Se esisterà mai una vita facilmente “convertibile”, in altre parole una società che sia progettata per consentire a chi entra in conflitto con il proprio lavoro di mutare orientamento in modo rapido, non è certo per domani. Lasciando anche stare lo stato attuale dell’economia mondiale, che per molti aspetti è uno dei peggiori dell’era post bellica, è l’operazione in sé ad essere complicata, per mille motivi.

Un cambio tutt’altro che scontato
Uno di essi, per esempio, può essere il tipo di formazione che si possiede. Se una persona ha lavorato per molti anni in un certo ambito, ad esempio amministrativo, è logico che chi lo esamina per un posto di lavoro lo veda adatto per quel ruolo, e non sia facilmente disposto a dargli delle chances di impiego in un settore per cui la persona stessa debba ricominciare a formarsi. Il lavoro è un mercato, ed è normale che ragioni in questo modo, è un’ovvietà.
Ciò che è forse meno ovvio, è che la fuga dal proprio contesto di vita divenuto insoddisfacente, debba essere il più possibile pianificata; o almeno, è altamente consigliabile che lo sia. In altre parole la fuga verso un “mondo migliore”, per essere costruttiva, deve avere un senso compiuto, un terreno un minimo solido su cui poggiare i piedi.
E se anche questo passaggio sembra un’ovvietà, in verità proprio così non è. E parlo per esperienza. Io non avevo preparato la fuga nei particolari, proprio no, e sapete perchè? Perchè per lunghi anni non mi sono neppure permesso di pensare, e quindi di visualizzare come concreta, la possibilità di poter effettivamente mutare il mio contesto di vita, innanzitutto professionale. E questo, oltre ad avermi fatto perdere un pezzo di vita importante, ha determinato il fatto che sia stato più che altro un senso di urgenza ad aver determinato la scelta di cambiare.

La fretta è sempre una consigliera cattiva, giusto? Ed io in effetti il più in fretta possibile ho dovuto capire dove volevo andare e come. In questo senso è stata decisiva Claudia Landini con il suo coaching.
Non trascurare i propri aspetti vincenti
Insomma, se avete una capacità, un hobby che amate molto, una predisposizione, un qualcosa che vi dà piacere fare, non lo trascurate, non mettetelo “in soffitta a prendere polvere”, perchè può essere la chiave del vostro cambiamento.
La velocità di fuga necessaria per allontanarsi da un pianeta, è legata alla forza di gravità del pianeta stesso. Per allontanarsi da una vita insoddisfacente, di energia ne serve tanta; sì, è veramente tanta l’energia necessaria per raggiungere quella velocità critica. Meglio quindi se gli obiettivi sono chiari. Così sarà possibile tracciare una rotta, che ci faccia procedere in una direzione di massima che sia per noi positiva ed abbia un senso.
Altrimenti si rischia di zigzagare un po’ a caso, sperando nell’illuminazione decisiva. Un gran brutto modo di navigare.
Foto di copertina by skeeze