QUANDO LA ROUTINE NON BASTA PIU’

by Libero di Cambiare
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Una routine ormai logora

La routine, che cosa fantastica ! Quella serie di operazioni che fai da così tanto tempo che ormai il tuo cervello neppure le registra, che sei così bravo a fare che ormai sono date per scontate. Qualcosa che pare inattaccabile dal tempo, immutabile. Eppure, ad un certo punto…

Lo ammetto, ne sono un’ po’ ossessionato. Da quando ho deciso di dare un colpo di timone alla mia vita lavorativa, non mi interessa tanto la direzione del cambiamento, quanto il perchè.
E può sembrare un paradosso, perchè è l’esito la cosa veramente importante di tutta la storia, il punto di arrivo.

Giusto, ma la storia non comincia se non c’è un fatto che la faccia cominciare. Ed il fatto, parte da un motivo. Per chiarire, se decidi di tagliare i legami con un lavoro che fai da tanti anni, un motivo ci deve essere, e dev’essere un buon motivo. Perchè lasciare la tua routine costa fatica, paura e rischi. Tanti rischi. Ed il rischio è più alto quante più primavere hai visto.

La routine cambia. E’ messa in crisi dall’arrivo di un collega nuovo, da un nuovo applicativo che richiede sforzi differenti, nuove operatività. Poi però, tutto si assesta, e subentra un nuovo assetto, una nuova routine che sostituisce la precedente. E tutto torna alla sua normalità, alla sua ripetitività.

Quei particolari segnali

Uno dei primi segnali della mia necessità di cambiamento è stato proprio il mettere in crisi il “dogma” della sicurezza, insieme alla bontà di avere un lavoro ripetitivo. Lo stipendio a fine mese che arriva da anni ed anni senza mai mancare…di certo per molti un sogno, con la situazione economica che si è venuta a creare.

La routine è rassicurante, la routine ti fa sentire forte ed esperto di ciò che fai. Ma arriva il momento in cui avverti che qualcosa si è rotto. E non è che debba accadere per forza qualcosa di eclatante, anzi. Di solito è un giorno qualunque quello in cui ne prendi atto, uno dei tanti giorni in cui quella routine la stai applicando e replicando.

Qualcosa cambia

Quel ruolo è stato tuo da un tempo lunghissimo, gli anni sono scivolati via veloci, uno dopo l’altro, troppo veloci. La sicurezza del posto di lavoro e dello stipendio ha avuto la priorità, la giusta priorità. Poi quella priorità è diventata non solo importante, ma l’unica cosa importante.

E quel giorno ti rendi conto che tutto il resto è progressivamente scivolato in second’ordine, ha ricevuto sempre meno attenzione, ed è finito nelle retrovie. Così è per la tua creatività, così è per la voglia di migliorare la propria vita, che era scontata a vent’anni, e che ora non compare nemmeno più sullo sfondo.

Anche la voglia di novità tipica della gioventù si è defilata, così come la tua naturale propensione a mettere in dubbio le cose e gli status quo. Tutti elementi sul proscenio anni fa, ed ora tutti nella penombra, come attori scartati alle selezioni importanti, che finiscono con accontentarsi di particine minori.

Un determinato giorno, al lavoro, ti rendi conto che quello stato di cose non ti appartiene più, che la strada sta lentamente evolvendo in una salita che ti peserà sempre più affrontare. Tenterai mille volte di rientrare nei tuoi panni di esecutore fedele dello schema che ti sei cercato anni prima, del meccanismo cui oramai appartieni.

Ma le azioni sono meccaniche, l’energia si spegne troppo presto, e solo la pura forza di volontà ti spinge verso la fine della giornata. E devi prenderne atto, altrimenti ti troverai ogni giorno con un sorriso da manichino sulla bocca, lavorando solo per uscire appena possibile da quel luogo e riguadagnare qualche scampolo di vita vera, là fuori.

Ma se qualcosa da dentro di te cerca di venire alla luce, hai una scelta da dover compiere. Quella più difficile è assecondarlo, perchè scomoderà la tua vita in maniera irreversibile. Quella più facile è reprimerlo; più facile almeno in teoria, perchè forse quel qualcosa, ricacciato in profondità, tornerà fuori a disturbarti nei modi meno prevedibili ed immaginabili.

Tornare alla tua routine, ha comunque un prezzo.

Guardarsi dentro fa male. Non farlo, ancora di più.

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