IL BISOGNO DI SICUREZZA

by Libero di Cambiare
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Spesso il sentirsi protetti non è amico del cambiamento

Il sentirsi sicuri. Poche sensazioni sono così piacevoli come quella di avere un terreno sicuro in cui muoversi, una strada conosciuta e priva di pericoli su cui camminare. E tutti, indistintamente, cerchiamo quella strada, quella del controllo, quella della tranquillità.

E’ un’azione connessa alla sopravvivenza ed allo sviluppo della razza umana, fin da quando, milioni di anni fa, cercavamo dei rifugi naturali, non sapendo ancora come costruire una capanna. Bisogni di base; tant’è vero che nella famosa “piramide di Maslow”, che traccia i bisogni umani, da quelli basilari ai più sofisticati, il bisogno di sicurezza è al secondo dei cinque settori di cui la piramide è composta.

Soddisfare il bisogno di sicurezza

Soddisfare il bisogno di sicurezza è un passaggio necessario per potersi occupare serenamente di soddisfare bisogni superiori, come quelli sociali. Sarà per questo, ad esempio, che acquistiamo una casa di proprietà quando sarebbe più semplice, ed economico, cercarne una in affitto: immaginiamo che nessuno potrà cacciarci da lì, a differenza di quanto potrebbe fare il locatore se avesse bisogno di riavere la disponibilità dell’immobile che ci ha concesso in affitto. Un maggior controllo sulla propria vita. E’ per questo, forse, che continuiamo a cercare il posto a tempo indeterminato, anche se ci hanno detto in tutte le salse che il mondo del lavoro è cambiato; il fatto di essere ragionevolmente certi di un’entrata economica non è come dover pensare costantemente a trovare una nuova occupazione.

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Esiste però un risvolto della medaglia. Quando ci si sente sicuri, non si è mentalmente disposti ad analizzare l’idea di un cambiamento di vita, cogliendo o cercando nuove opportunità. Tutto va bene, e segue la logica, finchè la sicurezza non diventa compagna di un disagio. Si cerca la sicurezza in quanto tale, o perlomeno ci si abitua ad essa. Alla fine la sicurezza è l’obiettivo finale della vita. Così è stato per me.

Un lavoro sicuro, uno stipendio che entra tutti i mesi. Diventa difficile pensare di cambiare vita, pare proprio una follia rinunciare a ciò che tutti (o quasi) cercano di ottenere. In queste condizioni sei economicamente affidabile, sei rilassato, puoi pianificare il futuro e banche e finanziarie sono felici di interagire con te, e ti vengono perfino a cercare loro, per proporti un prestito che spesso nemmeno ti serve.

La necessità di autorealizzarsi

Tutto va bene fino a che non subentra un altro di quei bisogni, che Maslow colloca non a caso nel settore più alto della piramide. Accidenti, se fossi nato cane, tutto sarebbe stato più semplice. Dammi il cibo nella ciotola, una lettiera calda, ed il bastoncino di legno da rosicchiare, così mi diverto un po’…ah giusto, non dimenticare le carezzine, fammi “pat pat” sulla testa, mi fa sentire considerato……! Tutto semplice. Ma sono nato bipede, sono rosa e senza pelliccia. E noi umani, se vogliamo sentirci davvero vivi, dobbiamo autorealizzarci, il che ci spinge a porci il problema di arrivare fino alla punta di quella piramide. E se il lavoro sicuro non ti ci fa arrivare, si innesca dentro di te un piccolo dramma.

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Reagire alla frustrazione implica un cambiamento professionale (e di vita), e non è detto che l’alternativa, se nell’immediato c’è, preveda un livello di sicurezza analoga, soprattutto in un momento economico non favorevole e ad un’età piuttosto avanzata. La scelta diventa ancor più difficoltosa che in condizioni normali, e lo strappo dal contesto che per tanti anni hai sentito come tuo e ti ha in qualche modo protetto, assai doloroso. Serve aver a lungo meditato dentro di sé la scelta, per non doversi trovare il giorno dopo a non riconoscerla.

Insomma, ogni pianeta che si decide di lasciare implica una specifica velocità di fuga, connessa tra l’altro alla sua massa, per poter decollare da esso. L’energia per lasciare il pianeta della sicurezza è davvero notevole.

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